Test della vitalità pulpare: quando eseguirlo
Il test della vitalità pulpare è un test diagnostico in grado di valutare lo stato della polpa dentale e di conseguenza permette di stabilire se il dente è ancora “vivo”.
Trattamento endodontico e test della vitalità pulpare
L’American Association of Endodontists definisce l’endodonzia quel settore dell’odontoiatria che si occupa di tutti gli aspetti legati alla polpa dentale, la sua morfologia e le patologie ad essa legate.
La terapia endodontica, più comunemente conosciuta come terapia canalare, viene effettuata seguendo tre fasi principali:
- la prima fase di diagnosi;
- una seconda fase preparatoria che consiste nella pulizia e disinfezione dell’area da trattare;
- una terza fase che prevede l’otturazione dell’area trattata con specifici compositi.
Delle tre fasi, la prima fase, quella legata alla diagnosi, è certamente la più importante. Come per ogni patologia, un’accurata diagnosi e la correttezza della stessa, è alla base del successo dell’intera terapia.
I test della vitalità pulpare
I test della vitalità pulpare sono parte integrante della fase diagnostica perché permettono di stabilire se il dente è ancora “vivo”. Spesso non è sufficiente la storia clinica del paziente e un esame oggettivo per conoscere lo stato della polpa dentale, per questo motivo vengono effettuati dei test specifici.
Il primo test valuta la presenza di sintomi all’esterno del cavo orale: gonfiore dei linfonodi, dolore, asimmetrie del viso. A seguire viene effettuata una più attenta analisi all’interno del cavo orale: stato delle gengive, infezioni in corso, carie, lesioni della mucosa o fratture del dente.
Per una diagnosi ancora più profonda si passa poi agli esami specifici sulla polpa del dente.
Test della vitalità pulpare con stimolo del freddo
Attraverso questo test la vitalità pulpare viene valutata attraverso lo stimolo del freddo. Il dente da esaminare viene bagnato con un batuffolo imbevuto di cloruro di etile allo stato liquido, una sostanza che raggiunge temperature comprese tra i -10° e i -25°. Un dente malato, a queste temperature, reagisce con un’alta ipersensibilità. Il test è di tipo comparativo, la stessa operazione su un dente sano, non presenta reazioni di ipersensibilità.
Test della vitalità pulpare con stimolo del caldo
In base allo stesso principio e sempre in ottica comparativa, viene effettuato il test della vitalità con uno stimolo caldo. Il dente da esaminare viene trattato con della guttaperca calda, il calore su un dente malato provoca un dolore forte e persistente.
I test basati su stimoli termici, a cui alle volte vengono aggiunti anche i test basati su stimoli elettrici, potrebbero essere invalidati dalla percezione del singolo paziente o dalla personale soglia del dolore, per questo motivo esistono altri test che prendono in considerazione il flusso sanguigno all’interno della polpa del dente, un parametro inequivocabile.
I due test che prendono in considerazione il flusso sanguigno della polpa dentinale sono la flussimetria e la pulsossimetria
Flussimetria laser- Doppler
Questo test della vitalità pulpare viene eseguito con un raggio laser indirizzato verso il dente da esaminare, il raggio di luce devia quando si imbatte in dei globuli rossi, segno della vitalità del dente.
Pulsossimetria
La pulsossimetria invece misura l’emoglobina, ossia la quantità di ossigeno presente. La rilevazione di emoglobina indica un dente ancora in vita.
I test diagnostici sullo stato della polpa del dente sono comunque tutti validi e aiutano in ogni caso a individuare la migliore terapia per il paziente e evitare così complicanze a seguito del trattamento.