Denti ritenuti nell’osso
Non erompono o spuntano solo in parte, si tratta dei denti inclusi, ossia i denti che restano incastrati nell’osso o sotto la gengiva. In quest’articolo scopriremo quali fattori possono favorire questo fenomeno, eventuali sintomi riconoscibili e qual è il trattamento per curare i denti inclusi.
Cosa favorisce o determina il fenomeno dei denti inclusi?
Partiamo dal principio: l’eruzione dei denti. I primi a fuoriuscire sono i denti da latte (durante l’infanzia), seguono i denti permanenti che sostituiscono i denti da latte o primari secondo un ordine ben preciso, una specie di sequenza: primi molari, incisivi inferiori medi e i corrispondenti superiori, incisivi laterali, primi premolari, secondi premolari, canini e secondi molari. La dentatura può dirsi completa con l’eruzione dei terzi molari, più conosciuti come denti del giudizio, che possono fuoriuscire in periodi vari.
L’inclusione può essere dovuta a cause diverse, queste sono alcuni tra i diversi fattori che la favoriscono:
- il sovraffollamento dei denti o i denti in soprannumero (denti soprannumerari);
- la perdita di un dente da latte prima che il dente definitivo sia pronto a erompere: lo spazio libero lasciato dal dente da latte potrebbe essere, così, occupato dai denti vicini;
- traumi dentali subiti nell’infanzia che hanno portato al danneggiamento dei denti decidui;
- la presenza di un’arcata troppo stretta o di un palato ristretto;
- i denti storti;
- malformazioni di natura genetica;
- difetti riguardanti la struttura dei denti (corona dentale anomala oppure radice dentale malformata);
- malattie dentali non curate: le cisti dentali, per esempio.
I denti più soggetti all’inclusione sono i denti del giudizio: sono gli ultimi denti permanenti a spuntare in un’età solitamente compresa tra 18 e i 25 anni.
Denti inclusi: gli effetti
La pressione esercitata dai denti inclusi si ripercuote sui denti vicini e anche sugli altri denti generando un effetto a catena: si hanno casi di malocclusione o cattiva chiusura dei denti. Quando un dente è parzialmente bloccato e spunta solo in parte, la placca batterica può causare la carie e infiammazioni della gengiva. I denti inclusi, rimasti bloccati nel tessuto gengivale o nell’osso, possono, inoltre, presentare anomalie di sede (denti ectopici, cioè denti posizionati al di fuori della loro sede normale), di inclinazione o di rotazione.
Sintomatologia di un dente incluso
Il paziente che ha il problema dell’inclusione potrebbe:
- avere problemi di alitosi;
- avere le gengive irritate e arrossate;
- percepire dolore alle gengive o all’osso;
- accusare mal di testa;
- avere (anche se accade raramente) sanguinamento gengivale, difficoltà ad aprire la bocca oppure, ancora, linfonodi del collo gonfi.
Alcuni pazienti non soffrono di alcun sintomo ma sono a disagio nel parlare o sorridere, disagio che deriva dai denti storti o dall’affollamento dentale, entrambi fattori che possono essere collegati all’inclusione dentale.
Come si interviene?
Il dentista adotterà un approccio terapeutico diverso in base al caso specifico del paziente. Vediamo come si interviene considerando il caso di un paziente che ha due canini inclusi.
Nel caso in esame, i due canini sono inclusi. La prima fase del trattamento è servita a creare lo spazio per i canini (figura in basso a sinistra). Successivamente, si è prima intervenuti chirurgicamente per aprire uno spazio e, successivamente, i denti sono stati portati nella loro posizione tramite trazionamento. Infine, si è provveduto a riallineare e a distanziare i denti (figura in basso a sinistra).
Si chiama trazionamento la tecnica che prevede la trazione del dente dalla gengiva alla sua sede di destinazione. Nella foto a lato si può vedere l’applicazione di un bottoncino sul dente incluso cui viene attaccato un filo che permette di tirare fuori il dente incastrato. Questo trattamento presume l’applicazione di un apparecchio ortodontico.
Non sempre il miglior trattamento dei denti inclusi prevede l’esposizione e il trazionamento. Ogni situazione richiede un trattamento specifico e non si esclude che in alcuni casi non si debba ricorrere all’estrazione.
In ogni caso l’obiettivo finale è ripristinare l’armonia della bocca e impedire le complicazioni dentali (infezioni, infiammazioni) direttamente collegate alla presenza di un dente incluso.