Restauri dentali diretti o indiretti: quale differenza?
I restauri dentali sono parte delle cosiddette terapie odontoiatriche conservative che permettono di ricostruire un dente naturale che ha subìto dei danni a seguito di alcune specifiche patologie.
Restauri dentali diretti e indiretti: cosa significa?
Le tecniche di ricostruzione dei denti possono prevedere due tipologie di restauri dentali: la tecnica diretta e la tecnica indiretta.
Restauri dentali diretti
Prendono il nome di restauri dentali diretti le ricostruzioni effettuate in un’unica seduta odontoiatrica.
Il paziente viene dapprima sottoposto a una pulizia della parte del dente danneggiata e successivamente il dente viene ricostruito con materiali compositi, poi modellato e infine fissato grazie alla lampada fotopolimerizzatrice che indurisce e fissa i materiali compositi grazie ai fasci di luce ultravioletti.
Si tratta di una procedura poco invasiva e ha anche dei costi ridotti perché si tratta appunto di un unico trattamento.
Restauri dentali indiretti
La caratteristica dei restauri dentali indiretti è nella necessità di costruire su misura, presso un laboratorio odontotecnico, l’intarsio dentale necessario a ricostruire la parte danneggiata. La cementificazione dell’intarsio avviene dunque in un secondo momento. Il trattamento dunque viene eseguito in più sedute. Questa particolare tecnica odontoiatrica viene utilizzata quando la parte da ricostruire è molto ampia.
Quale dei due restauri dentali è più efficace?
Da recenti studi condotti dal gruppo di ricercatori greci guidati da Flora Angeletaki non c’è un’evidenza statistica rispetto all’efficacia dell’utilizzo della tecnica di restauro conservativo diretto o indiretto; entrambi i trattamenti odontoiatrici hanno dimostrato una efficace resa nel tempo.
La ricerca, pubblicata sul Journal of Dentistry, ha valutato, sul campione di pazienti individuati, il rischio di fallimento della terapia conservativa a distanza di 5 e 11 anni dal trattamento.
Tra i restauri dentali diretti e quelli indiretti non c’è una significativa differenza in termini di risultati clinici.
L’unica variabile che porta leggermente in vantaggio i restauri dentali diretti rispetto agli indiretti è relativa alla decolorazione marginale, ma non si tratta comunque di un valore tale da sbilanciare la preferenza di un trattamento rispetto all’altro.
La letteratura scientifica dunque non è in grado di supportare l’odontoiatra nella scelta tra una terapia conservativa con trattamento diretto e una indiretta. La competenza di un professionista nel campo dell’odontoiatria si misura proprio nella capacità di effettuare delle scelte, a volte anche in tempi molto stretti, che rappresentino la scelta migliore per lo specifico paziente.
Quando infatti non c’è una particolare evidenza scientifica, ogni scelta clinica è effettuata dall’odontoiatra in base allo specifico caso clinico che si trova ad affrontare. Un principio che vale per i restauri dentali, per l’implantologia e per molte altre terapie odontoiatriche. In odontoiatria non esiste una soluzione migliore, ma la soluzione migliore per ogni paziente.