Chirurgia parodontale rigenerativa: di cosa si tratta?
La parodontite, una delle infezioni più frequenti del cavo orale, presenta uno stato infiammatorio che porta alla distruzione dei tessuti, la chirurgia parodontale rigenerativa ha l’obiettivo di ricostruirli.
Cos’è la chirurgia parodontale rigenerativa?
La principale causa della parodontite è l’accumulo della placca batterica, per cui il trattamento odontoiatrico principale è basato sulla rimozione della causa. Tutte le cure per la parodontite si basano dunque sulla pulizia dei tessuti infetti e la rimozione del tartaro.
La prolungata esposizione dei tessuti all’infiammazione determina la distruzione dei legamenti parodontali, alle volte in modo irrimediabile, tanto da procurare la perdita di sostegno al dente e dunque la perdita dello stesso.
Prima che i denti possano cadere a causa della parodontite si può intervenire in due modi:
- arrestare la progressione dell’infezione;
- rigenerare i tessuti distrutti.
La chirurgia parodontale rigenerativa ha appunto l’obiettivo di rigenerare i tessuti distrutti dalla patologia.
Quando si applica la chirurgia parodontale rigenerativa?
Pur rimanendo valide tutte le terapie per il contrasto della parodontite, come ad esempio il curettage a cielo aperto, a partire dagli anni Novanta, l’odontoiatria si è interrogata su come ricostruire l’attacco parodontale attraverso dei biomateriali, per ottenere un recupero del sostegno del dente quanto più simile possibile alla condizione naturale.
In termini scientifici la chirurgia parodontale rigenerativa è definita come la rigenerazione dell’insieme dei tessuti a sostegno del dente: osso alveolare, parodonto e cemento radicolare.
Condizioni cliniche necessarie
Gli interventi di chirurgia parodontale possono essere effettuati solo su pazienti che presentano determinate condizioni cliniche. In particolare che dispongano di tessuti che possano trattenere intorno alla radice del dente un coagulo ematico da cui il legamento parodontale possa rigenerarsi.
Buona igiene orale
Un’altra condizione necessaria è che il paziente abbia una buona igiene orale. Per valutarla, l’odontoiatra utilizza il full mouth plaque index. Il risultato deve essere inferiore al 25%, ossia è importante che la superficie dei denti sia libera dalla placca per il 75%.
Prima di procedere con la chirurgia il paziente viene sottoposto a regolari sedute di pulizia profonda, per tenere sotto controllo il livello di placca batterica.
Il cavo orale viene trattato con punte a ultrasuoni per evitare danni a quella parte di tessuto che sarà poi alla base della terapia rigenerativa.
Se l’indice di placca batterica è superiore al 25% si può comunque procedere con la chirurgia parodontale ma il paziente dovrà prima essere sottoposto alla full mouth decontamination, ossia delle sedute molto ravvicinate di detartrasi supportata da una terapia antibiotica abbastanza forte.
Le fasi della chirurgia parodontale rigenerativa
Le moderne tecniche odontoiatriche riducono al minimo il dolore per il paziente, anche per la chirurgia parodontale viene utilizzata la tecnica MISR – minimally invasive surgical technique.
L’intervento viene eseguito attraverso il microscopio operatorio, utile a operare nel dettaglio e in aree particolarmente ristrette, in questo caso con l’obiettivo di non intaccare le cellule parodontali che daranno origine al processo rigenerativo.
Viene effettuata la detersione dell’area e della tasca parodontale, successivamente vengono innestati nel lembo i tessuti rigenerativi: membrane biologiche, amelogenina (una particolare proteina).
Post intervento
La fase del post intervento è determinante per il pieno successo dell’operazione. Il paziente dovrà seguire una dieta liquida e curare con attenzione la propria igiene orale. Seguirà la fase di mantenimento con visite di controllo periodiche.