rimuovere un impianto dentale bologna

Rimuovere un impianto dentale rotto o fallito

Rimuovere un impianto dentale rotto o fallito non è un intervento semplice, prima di tutto perché si tratta di una evenienza molto rara.

Quando rimuovere un impianto dentale

L’implantologia ha raggiunto, nell’ultimo decennio, livelli altissimi in termini di garanzia, successo e sicurezza, la frequenza con cui un impianto dentale si può rompere è veramente ridotta al minimo.

PerimplantiteAllo stesso modo anche i fallimenti implantari sono eventi rari se ci si affida a implantologi esperti, spesso dovuti a a una mancata cura dell’impianto dentale.

Seppur raramente, nel momento in cui si dovessero verificare una situazione del genere è necessario rimuovere l’impianto rotto o fallito, un tipo di intervento che spesso risulta essere molto più complesso dell’inserimento degli impianti attraverso l’implantologia.

Si tratta infatti di rimuovere completamente l’impianto dentale, attendere la guarigione della parte, valutare la possibilità di intervenire con un secondo intervento di implantologia oppure orientarsi su una tecnica riabilitativa differente.

Rimozione di un impianto dentale fallito

Partiamo dalla casistica più semplice, la rimozione di un impianto dentale fallito. Quando si verifica un fallimento implantare per mancata osteointegrazione, l’impianto dentale perde stabilità e inizia a muoversi. La facilità nel rimuovere l’impianto dall’osso dipende principalmente dal grado di osteointegrazione. Due sono dunque i casi che si potrebbero verificare:

  • Perdita completa della stabilità primaria;
  • Perdita parziale della stabilità primaria.

Nel primo caso la mobilità dell’impianto risulta essere molto grave, per cui per rimuovere l’impianto sarà sufficiente agganciare l’impianto con un cacciavite implantare, eseguire una rotazione antioraria e asportare l’impianto stesso.

Nel secondo caso, quando l’impianto mantiene comunque parte dell’osteointegrazione, l’intervento risulta essere più complesso.

Anche in questo caso la tecnica da utilizzare è quella della controrotazione, ma l’azione per l’odontoiatra risulta essere molto più complicata perché l’obiettivo dovrebbe essere quello di preservare il tessuto osseo perimplantare, oltre a fare in modo che l’intervento sia per il paziente il meno traumatico possibile.

Rimozione di un impianto dentale rotto

Parliamo di impianto dentale rotto quando si verifica uno dei seguenti casi:

  • svitamento della vite;
  • frattura dell’abutment;
  • frattura dell’impianto.

frattura impianto dentaleLo svitamento della vite è stata riconosciuta come la causa più frequente della rottura di un impianto dentale, con la conseguenza della frattura della vite stessa.

In questi casi, molto complessi, non esiste una tecnica standard da applicare, tenendo sempre conto che la migliore tecnica è quella che garantisce al paziente un intervento atraumatico.

Alcuni odontoiatri utilizzano punte a ultrasuoni per rimuovere il frammento di impianto, altri invece preferiscono utilizzare dei kit specifici per la rimozione degli impianti dentali, altri ancora ricorrono alle frese carotatrici con l’implicazione però di sacrificare parte del tessuto osseo perimplantare.

Impianti dentali certificati sono sempre corredati del loro specifico kit di rimozione, per questo motivo cliniche odontoiatriche affidabili, in cui operano professionisti dalla comprovata esperienza, possono contare su una strumentazione tecnica che non trova eguali in altri studi dentistici.

Potersi avvalere di kit specifici per rimuovere un impianto dentale rotto o fallito significa, per il paziente, affrontare l’intervento in massima sicurezza con la possibilità di preservare il sito implantare da azioni invasive e traumatiche.