Materiali compositi: resistenza nel lungo periodo
Le sollecitazioni meccaniche a cui sono sottoposti i nostri denti si ripetono in media per circa trecentomila volte ogni anno, attriti meccanici che non risparmiano i denti che hanno subito un restauro con materiali compositi. Qual è la resistenza dei materiali compositi alle continue sollecitazioni?
Come reagiscono i materiali compositi alle sollecitazioni meccaniche?
Preservare i denti naturali è una prerogativa dell’odontoiatria conservativa. Devitalizzare un dente o riparare una frattura implica il restauro attraverso i materiali compositi che permettono di ripristinare le funzioni masticatorie ed estetiche.
Conoscere il grado di resistenza dei materiali compositi allo stress delle sollecitazioni meccaniche è utile all’odontoiatra per indirizzare le scelte cliniche e trovare la migliore soluzione per le specifiche condizioni del paziente.
I compositi, con cui viene effettuato il riempimento dello smalto nelle terapie conservative, sono soggetti a numerose sollecitazioni che possono compromettere la loro integrità:
- forze masticatorie;
- bruxismo;
- malocclusioni;
- ph salivare acido.
La prolungata esposizione a uno o più di questi fattori può incidere sulla durata delle ricostruzioni dentali.
Le conseguenze delle sollecitazioni sui materiali compositi
Le continue forze meccaniche a cui sono sottoposti i denti restaurati potrebbero dare origine alle microfratture dei compositi. Un’altra conseguenza potrebbe essere l’usura che rende i compositi ruvidi. In entrambi i casi si determina la possibilità per i batteri di accumularsi facilmente sulla superficie dei denti. La sostituzione delle otturazioni è spesso determinata proprio da una seconda carie.
Anche l’acqua o altre bevande possono incidere sulla resistenza dei materiali compositi. Nel lungo periodo infatti si può verificare:
- l’ammorbidimento della resina;
- la degradazione idrolitica e il conseguente indebolimento del composito riempitivo.
Anche il dente antagonista al dente restaurato ha la sua responsabilità nella durata dei materiali compositi. Se il dente antagonista è particolarmente duro (esempio protesi in zirconia), la resina del dente ricostruito potrebbe subire delle microlesioni dal continuo contatto.
Infine anche lo spazzolamento non corretto dei denti durante l’igiene quotidiana può favorire l’usura del composito e influire sulla sua resistenza nel tempo.
Esistono materiali compositi più resistenti?
In un recente studio pubblicato sul Journal of the Mechanical Behavior of Biomedical Materials alcuni ricercatori hanno analizzato la microstruttura dei materiali compositi per determinare il grado di resistenza degli stessi alle diverse sollecitazioni a cui sono sottoposti nel tempo.
A determinare la resistenza dei composti è l’insieme dei seguenti parametri:
- volume delle particelle di riempimento;
- diametro delle particelle;
- qualità del legame delle particelle tra loro.
Dall’analisi delle microstrutture di cui sono composti i compositi è emerso che quelli ibridi e micro-ibridi sono maggiormente soggetti all’usura, mentre i nano-compositi sono più resistenti alle sollecitazioni chimiche e meccaniche.
Queste considerazioni aiuteranno l’odontoiatra a una scelta più consapevole dei materiali a seconda delle specifiche condizioni cliniche del paziente, garantendo una maggiore resistenza nel tempo delle ricostruzioni dentali.