Pensi di affidarti all’implantologia? Leggi qui

Desideri ricorrere all’implantologia, vuoi affidarti a mani sicure, non vuoi buttar via i tuoi soldi ma ti senti un pesce fuor d’acqua, costretto a prendere una decisione senza avere le competenze per farlo, con la paura di sbagliare.

Non sai se affidarti al dottor Rossi che promette un prezzo molto interessante, se scegliere il dottor Verdi che ti ha parlato male degli interventi in 24 ore perché, a suo dire, sono poco sicuri, oppure se affidarti al dottor Bianchi che ti propone una soluzione con 4 impianti in 24 ore. Chi ha ragione? Chi scegliere?

In quest’articolo vogliamo parlarti dell’esperienza di un nostro paziente che si è sottoposto ad intervento; siamo certi che il suo caso ti aiuterà a comprendere meglio il mondo dell’implantologia e scioglierà molti dei dubbi che nutri sull’argomento.

Leggi tutto l’articolo, non saltare parti perché rischieresti di perdere il filo, vedrai che alla fine avrai una risposta a molti dei tuoi dubbi.

Situazione di partenza

Caso clinico implantologia - bruxismoIniziamo descrivendo in maniera più chiara il caso del nostro paziente, quarantenne, ex bruxista (il bruxismo è una patologia che causa il digrignamento dei denti e li usura).

Il paziente aveva quasi tutti i suoi denti. Nell’arcata superiore, però, tutti i denti erano stati limati e ricoperti con un circolare in ceramica che dopo 7-8 anni ha ceduto lasciando enormi radici e un osso sottilissimo che divideva il massiccio facciale dal seno mascellare (cavità situata nell’osso del cranio). Inoltre, nell’arcata inferiore era necessario estrarre un molare.

Come abbiamo risolto il problema

La situazione si presentava molto complessa a causa di queste grandi radici, molto dure, che una volta estratte avrebbero lasciato una struttura ossea sottilissima perché appunto occupata dalle radici.

Si è proceduto estraendo tutte le radici e posizionando contestualmente un impianto in quasi tutti gli alveoli (i buchi lasciati dall’estrazione della radice). Nella sola arcata superiore sono stati posizionati complessivamente 9 impianti. Cerchiamo di analizzare i vari aspetti che abbiamo dovuto gestire utilizzando un linguaggio semplice e comprensibile.

L’implantologia post estrattiva

L’implantologia post estrattiva prevede, appunto, l’inserimento degli impianti subito dopo aver rimosso una radice. Non è una tecnica di uso comune perché generalmente richiede 3 cose:

  1. una buona quantità d’osso;
  2. notevole esperienza (la gestione dei tessuti molli, la capacità di ottenere una buona stabilità dell’impianto, la scelta dell’asse e della posizione per l’impianto, la capacità di prevedere il rimodellamento osseo);
  3. una scorta notevole di impianti dentali – costosi e con scadenza breve – da utilizzare a seconda delle necessità e delle contingenze (in un articolo precedente avevamo già parlato dell’importanza di avere molti impianti dentali a disposizione).

Ciò che potrebbe sembrare una procedura semplice è, in realtà, una procedura molto complessa: occorre tanta esperienza specifica per poter utilizzare la tecnica post-estrattiva su un paziente con poco osso, con un grande carico masticatorio e con il forte rischio di non raggiungere una stabilità tale da sostenere la protesi. Inoltre, occorrono tanta preparazione e attrezzature adeguate per gestire gli imprevisti in fase chirurgica. Nei casi di implantologia post-estrattiva, anche se dall’esame della TAC si può intuire il tipo di impianti da utilizzare, bisogna sempre essere pronti ad apportare modifiche ad un progetto perché la situazione reale potrebbe non coincidere con quella preventivata.

Abbiamo usato impianti con caratteristiche diverse (forme, passo e profondità delle spire) necessarie per risolvere la situazione e per garantire la massima stabilità primaria.

Perché 9 impianti e non 4

Parliamo di un paziente molto giovane e l’analisi del carico masticatorio ha fatto emergere dei carichi elevati, d’altronde è evidente che un ex bruxista abbia l’abitudine di serrare forte i denti e di masticare energicamente.

A questo si aggiunge un osso sottile che rende difficile raggiungere la stabilità. Da qui la scelta di posizionare 9 impianti. Probabilmente avremmo potuto inserirne uno in meno ma preferiamo dare ampie garanzie al paziente piuttosto che rischiare di sottostimare il problema: se un impianto non si fosse osteointegrato avremmo rischiato di compromettere l’intero intervento. Visto che si parla spesso di all-on-four (ovvero di implantologia con 4 impianti per arcata), è opportuno evidenziare, qualora ce ne fosse il bisogno, che in casi del genere (ma anche meno complessi) 4 impianti non sono assolutamente sufficienti.

Il molare superiore

Probabilmente saprai che la zona dei molari è sottoposta a carichi masticatori maggiori e, per tale ragione, è necessario ricorrere ad impianti lunghi e robusti. D’altronde la natura ha previsto 2 radici per i molari inferiori e ben 3 radici per i molari superiori!

Estraendo il molare superiore non avevamo la possibilità di mettere degli impianti perché c’era uno strato d’osso sottilissimo a dividere il seno mascellare: un po’ come voler piantare il pilastro di un ponte su un terreno cedevole. Per tale ragione siamo dovuti ricorrere a degli impianti storti o inclinati in grado di bypassare il seno mascellare.

Il molare inferiore

Anche nel molare inferiore c’era poco osso a causa, questa volta, del nervo alveolare che attraversa la mandibola. Il nervo alveolare lascia poco spazio agli impianti e quindi è stato necessario ricorrere a delle procedure estrattive mini invasive: abbiamo diviso le due radici che sostenevano il molare e le abbiamo estratte singolarmente al fine di mantenere intatto l’alveolo; abbiamo preso le misure ed individuato gli impianti adatti; abbiamo posizionato gli impianti.

Abbiamo, quindi, ricreato la situazione naturale senza usare il trapano, proteggendo gli alveoli e senza ricorrere ad un successivo intervento di rialzo dell’osso che, altrimenti, sarebbe stato molto probabile. In casi come questo non è possibile ricorrere al carico immediato ma è necessario attendere che si completi l’osteointegrazione (3-4 mesi).

L’elettrosaldatura

Elettrosaldatura su impianti

Elettrosaldatura – foto di archivio

Nonostante siano stati inseriti 9 impianti, abbiamo ritenuto necessario procedere con l’elettrosaldatura, una soluzione per unire i vari impianti e renderli più solidi: unendoli, abbiamo fatto in modo che il carico si distribuisse uniformemente su tutti gli impianti (resistenza di sistema). In questo caso l’elettrosaldatura è stata eliminata dopo il periodo di guarigione degli impianti ed è stata applicata la protesi avvitata.

La scelta del giusto centro odontoiatrico

Come avrai modo di comprendere, la dimensione e la qualità dell’osso sono 2 fattori estremamente importanti per un intervento di implantologia perché è lì che verranno fissati gli impianti. Partendo da questo presupposto, analizziamo le altre possibili soluzioni che si sarebbero potute proporre al paziente:

  1. recupero delle radici esistenti. Apparentemente potrebbe sembrare la scelta migliore e l’odontoiatra non farebbe alcuna fatica a convincere il paziente che una radice sana è da preferirsi ad un impianto. Tuttavia, ciò richiederebbe la devitalizzazione di tutte le radici, una spesa medio-alta, una serie di sedute dolorose e, soprattutto, si tratterebbe di una soluzione con durata limitata, stimabile in pochi anni. Purtroppo in questo caso eravamo in presenza di radici decalcificate che avevano già supportato due circolari entrambi sostituiti nel giro di pochi anni. Nella valutazione del tipo di soluzione subentra anche l’età del paziente e la relativa aspettativa di vita. Un paziente giovane avendo una lunga aspettativa di vita, merita certamente un trattamento che duri diversi decenni.
    Ribadiamo che, ove possibile, la nostra filosofia è quella di tutelare i tessuti dentali sani.
  2. implantologia tradizionale. Chiamiamo così una serie di tecniche comunemente usate tra chi si occupa di implantologia. Consiste nell’estrazione delle radici, nella guarigione dei tessuti, nella ricerca di una soluzione che, con ogni probabilità, avrebbe previsto il ricorso ad interventi di chirurgia maxillo-facciale per aumentare l’osso verticale-orizzontale e per rialzare il seno mascellare. Tante sedute, tanti interventi traumatici, costi altissimi, dolori e mancanza di comfort (per mesi o anni si sarebbe dovuto ricorrere alle dentiere).
  3. All on four. Si tratta di una soluzione valida ma non è sempre adottabile, come in questo caso. L’utilizzo di soli 4 impianti potrebbe portare ad un cedimento della protesi.

La video testimonianza

Conclusioni

Il paziente ha risolto in circa un’ora un problema complesso che avrebbe potuto trasformarsi in una via crucis. Queste le foto del prima e del dopo:

Abbiamo voluto descrivere dettagliatamente questo caso clinico perché rende chiari alcuni semplici concetti:

  1. studi odontoiatrici differenti possono proporre soluzioni differenti: potrebbero essere tutte valide o dietro ad alcune di esse potrebbero celarsi dei sentieri tortuosi. In implantologia, come in ogni altro ramo della medicina, la specializzazione e l’esperienza contano, molto.
  2. Il carico immediato non serve solo ad avere denti fissi in un giorno anziché attendere mesi con in bocca una dentiera: agire subito significa anche evitare il riassorbimento osseo e i conseguenti interventi necessari per ricrearlo. Se nel nostro caso avessimo atteso qualche mese, avremmo corso il forte rischio di perdere anche il poco osso disponibile.
  3. Molte tecniche utilizzate presso i nostri studi (post-estrattivo, bypass del seno, elettrosaldatura, estrazione mini invasiva, carico immediato, ecc.) vengono eseguite solo in centri specializzati in implantologia; è comunque raro trovare dei centri in grado di eseguirle tutte insieme.
  4. La visita è necessaria. Un preventivo non si può fare senza comprendere la situazione, senza il ricorso ad indagini strumentali (ortopanoramica, Tac,…). Non forniamo preventivi online perché non possiamo sapere se dietro ad una situazione apparentemente semplice si nasconda una situazione complessa. Nel caso trattato, senza una visita, avremmo potuto prevedere una all-on-four, ovvero 4 impianti; avremmo ovviamente sbagliato  di molto.
  5. Diciamolo chiaramente: se il dentista fa paura è anche perché, soprattutto in passato, i pazienti venivano trascinati in lunghi e complessi interventi, anche quando si potrebbe risolvere tutto semplicemente ricorrendo alle giuste tecniche.
  6. Ogni paziente è unico, tu sei unico! Noi eseguiamo un’implantologia su misura, non abbiamo soluzioni preconfezionate che vanno bene per la maggior parte dei clienti.

Abbiamo scritto questo articolo nel tentativo di rendere più chiari e semplici alcuni concetti che spesso sfuggono ai pazienti. In primis, che l’implantologia è un intervento chirurgico, delle volte molto complesso e che pertanto è molto importante affidarsi a centri specializzati.

Se vuoi la nostra consulenza, non esitare a contattarci. Saremo ben felici di accoglierti, di visitarti e di studiare la migliore soluzione per farti ritrovare il sorriso e la serenità.

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