Scarsa stabilità primaria: conseguenze per l’implantologia

La scarsa stabilità primaria è considerata un limite per chi si sottopone a un intervento di implantologia. Si tratta infatti di una scarsa capacità dell’osso di trattenere l’impianto.

A cosa è dovuta una scarsa stabilità primaria?

Una scarsa stabilità primaria è principalmente dovuta alle proprietà dell’osso, in particolare a:

  • densità ossea;scarsa stabilità primaria
  • spessore osseo;

due qualità che permettono all’impianto dentale di ancorarsi in modo corretto, favorendo così un altrettanto corretto processo di osteointegrazione.

Sintetizzando in modo semplice: con una buona stabilità primaria l’impianto dentale non si muove nell’osso, mentre con una scarsa stabilità primaria l’impianto non è ben saldo, ciò potrebbe dare origine al fallimento del processo di osteointegrazione.

Scarsa stabilità primaria e fallimento implantare

scarsa stabilità primariaIn una ricerca pubblicata sul Clinical Oral Implant Research è stato valutato il tasso di sopravvivenza degli impianti dentali in relazione a una scarsa stabilità primaria.

Sono stati analizzati i casi clinici di 156 pazienti per un totale di 169 impianti dentali inseriti. I pazienti sono stati monitorati per un lasso di tempo compreso tra un minimo di 34 giorni e un massimo di 9,28 anni.

Per valutare la sopravvivenza dell’impianto, oltre a un monitoraggio attraverso immagini diagnostiche e periodiche visite di controllo, sono state utilizzate le tabelle di vita e le stime di Kaplan-Meier.

Tutti i pazienti inseriti nel campione avevano in origine una scarsa stabilità primaria. Su 156 pazienti con scarsa stabilità primaria, solo su 7 pazienti si è verificato un fallimento implantare, con un tasso di successo generale dell’implantologia pari al 94,74%.

C’è inoltre da considerare che il fallimento implantare si è verificato su pazienti con casi clinici molto complessi.

Come si supera la scarsa stabilità primaria?

Grazie a competenze specializzate e strumenti diagnostici innovativi, nella fase di pianificazione dell’intervento di implantologia, l’odontoiatra è in grado di valutare la qualità dell’osso del paziente. Grazie a strumenti come la Tac Cone Beam è possibile verificare la densità e lo spessore dell’osso in cui verrà inserito l’impianto.

Le informazioni dettagliate sull’anatomia del paziente permettono all’odontoiatra di stabilire in fase di pianificazione dell’intervento che tipologia di impianti dentali utilizzare e con quale inclinazione inserirli.scanner intraorale

Tuttavia, nonostante si possano pianificare tutte le fasi dell’intervento chirurgico in modo estremamente dettagliato, può accadere che durante l’intervento si presenti un caso clinico complesso. In questi casi solo l’implantologo, grazie alla sua competenza, può valutare la soluzione migliore per evitare il fallimento implantare.

A volte, durante la fase chirurgica, la condizione dell’osso risulta peggiore di quella evidenziata dalla diagnostica e la scarsa stabilità primaria può rappresentare una complicazione abbastanza grave.

Quando si verificano queste condizioni è altresì importante per l’odontoiatra avere a disposizione diverse tipologie di impianti dentali. L’inserimento di impianti progettati per determinate tipologie di osso permette di aumentare la stabilità primaria.

Grazie a nuovi materiali, strumenti tecnicamente all’avanguardia e a competenze specializzate è dunque possibile ottenere il successo implantare anche in presenza di scarsa stabilità primaria.